Durante il lockdown le abitudini di consumo degli italiani sono molto cambiate, LE NOSTRE ABITUDINI PER L’ACQUISTO DELLA CARNE SONO CAMBIATEsoprattutto la sensibilità per quanto riguarda i temi di salute, sicurezza, origine e sostenibilità dei prodotti alimentari acquistati. E specialmente quando si parla di carne. Il quadro emerge dal focus dell’Osservatorio The world after lockdown di Nomisma, che ha indagato in maniera continuativa abitudini, stati d’animo, consumi alimentari e aspettative relative al post Coronavirus su un campione di mille italiani responsabili degli acquisti (18 – 65 anni). Concentrandosi, nell’ultimo approfondimento realizzato ad hoc per Fileni, sulle abitudini e preferenze dei consumatori di questo prodotto.
COME SCEGLIERE LA CARNE?
Stando ancora al report, attributi come origine 100% italiana, sostenibilità e biologico sono per il consumatore assolutamente indispensabili nel carrello della spesa alimentare e ciò vale ancor di più per la carne. Se nella scelta delle carni da portare in tavola i driver più importanti rimangono, in ordine di rilevanza, l’origine italiana (78%), l’assenza di antibiotici (75%), quindi a scendere il benessere animale (69%), l’allevamento all’aperto (66%), l’assenza di additivi artificiali e di OGM (65%), il marchio, che sia DOP o IGP (60%), la presenza del marchio bio (54%). E, non da ultimo, i materiali di imballaggio. Cosa valutare, dunque, nella scelta – più consapevole possibile – delle carni?
- Biologica. Per chi ne acquista, soprattutto al banco macelleria, la garanzia più forte è fornita dalla presenza in etichetta del marchio bio. Anche secondo il report di Nomisma-Fileni, questo è un driver fondamentale per la scelta del prodotto, che riguarda il 54% del campione. Il marchio bio posto in etichetta indica infatti il rispetto di un disciplinare, che certifica il benessere degli animali (altro aspetto fondamentale per il 69% degli italiani) che sono così liberi di muoversi, hanno sufficiente spazio a disposizione, vengono nutriti con alimenti di qualità e sono dunque in uno stato generale di buona salute psicofisica. Bio significa inoltre che sono bandite le pratiche intensive: niente mangimi OGM (altro driver fondamentale per il campione) e niente sovralimentazione, dunque niente aumento rapido di peso dei capi di bestiame.
- Sostenibile. Non sempre, tuttavia, il marchio bio è sinonimo di sostenibilità: di per sé, infatti, la produzione di carne non è ecologicamente compatibile, visto che il suo impatto ambientale è tra le maggiori cause di inquinamento nel mondo. La scelta delle carni dovrebbe ricadere, quindi, non solo sulla qualità del prodotto scelto – fondamentale invece per la tutela della salute, visto il benessere dell’animale – ma, soprattutto, sulla quantità consumata. Consumare sostenibile significa infatti acquistare meno, seguendo un’alimentazione variegata derivante da tutte le fonti proteiche, e certamente acquistare meglio, tenendo conto di tutte le valutazioni fatte in precedenza.
- Packaging più green possibile. Un ultimo punto importante per una scelta più consapevole ed etica delle carne è l’attenzione che si può prestare al packaging. Anche lo studio di Nomisma-Fileni attesta che i materiali di imballaggio sono portatori di messaggi green per gli italiani che acquistano le carni, un dato che riguarda il 46% del campione. Nel valutare quale prodotto scegliere, si può dunque osservare se l’incarto utilizzato è riciclabile o compostabile, in ogni caso se presenti meno plastica possibile
Redatto da https://www.agrodolce.it/